“A tu per tu” a distanza con… Milena Pepe
In questo nuovo appuntamento con la rubrica #noipervoi di MTN Company abbiamo parlato con l’imprenditrice Milena Pepe di Tenuta Cavalier Pepe, azienda vitivinicola irpina in Campania, delle difficoltà patite dal mondo dell’agricoltura, dalle aziende vitivinicole e dagli operatori dell’Horeca a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Attenzione puntata, soprattutto, sulle misure utili al rilancio del tessuto imprenditoriale: introduzione della flat tax, sospensione dei versamenti per i contributi e per le ritenute d’acconto, prolungamento dell’opportunità di avvalersi della cassa integrazione anche per i prossimi 2/3 anni tra le misure auspicate da Milena Pepe.
Milena Pepe, nata e cresciuta in Belgio, dopo aver completato i suoi studi in gestione aziendale, ha proseguito i suoi studi in Wine Marketing e in Viticoltura ed Enologia. Nel 2005 è tornata in patria: l’Irpinia, coronamento del sogno di papà Angelo, di gestire i vigneti di famiglia. Oggi Milena guida con carisma e competenza la Tenuta Cavalier Pepe, una delle più importanti aziende vinicole della zona, con sede in Campania, in Italia e all’estero.
Come hai affrontato questi giorni di lockdown e come ti sei preparata alla ripresa?
Dall’inizio dell’emergenza l’azienda si è adattata agli eventi. Il rallentamento degli ordini, prima dall’Italia e poi dall’estero, unitamente al blocco delle attività ricettive in sede, ha causato una riduzione del personale, sia in cantina che negli uffici.
Personalmente, mi tengo aggiornata continuamente, leggendo con attenzione tutti i decreti, le circolari, le ordinanze italiane ed europee per adottare adeguate misure aziendali e pianificare le azioni future. Fondamentalmente siamo attivi su tutti fronti: aggiornamenti quotidiani sul piano della sicurezza per i nostri dipendenti che lavorano in vigna; sottoscrizione di una nuova assicurazione per tutti i nostri dipendenti; svolgimento delle pratiche burocratiche per coloro che sono fermi; attivazione di ulteriori canali di distribuzione, intensificazione della nostra presenza sul web.
Quale misura, secondo te fondamentale, non è stata prevista per andare incontro alle reali esigenze del tessuto imprenditoriale e sostenerne la ripresa?
In molti settori le attività sono ancora totalmente ferme. In agricoltura, le aziende vinicole continuano a sostenere costi, attualmente soprattutto nei vigneti, ma non hanno più ricavi. I mercati per la vendita dei loro prodotti sono fermi. In particolare, mi riferisco all’Horeca in Italia e all’estero, che fornisce una importantissima mole di lavoro.
Auspico che il Governo Italiano e le Istituzioni Europee facciano la loro parte, per consentire alle aziende di continuare a lavorare, adattandosi alla nuova realtà. L’introduzione della flat tax, la sospensione dei versamenti per i contributi e per le ritenute d’acconto, il prolungamento dell’opportunità di avvalersi della cassa integrazione, anche per i prossimi 2/3 anni, sono misure che permetterebbero ai datori di lavoro di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, magari alternando il personale in attività.
Per il mio settore, in particolare, occorre erogare contributi per la distillazione e per le vendemmie in verde. L’obiettivo è quello di ritirare dal mercato il massimo del vino in eccedenza, per fornire nell’immediato liquidità alle aziende e per sostenere i prezzi. Una discesa dei prezzi, infatti, oltre certe soglie, sarebbe insostenibile per alcune aziende agricole italiane. Inoltre, non sarebbe più possibile rialzare i prezzi a breve termine e gli effetti depressivi sul settore potrebbero durare per molti anni.
Dal tuo punto di vista, quest’emergenza in che misura e modo cambierà il modo di relazionarci?
Temo che cambierà tanto. Ho paura che la digitalizzazione possa far diminuire l’importanza nella vita delle qualità umane, del rispetto, dell’onestà, del servizio al cliente. Prima ci mettevamo la faccia: contavano la parola e l’onore. Nel futuro dietro ad uno schermo cosa succederà? Temo che i bambini inizino ad essere educati a distanza, con minori opportunità di socializzazione, anche con i loro compagni ed i loro nonni.
Come vedi il mondo da qui a un anno?
In forte recessione. Spero che non ci siano impatti rilevanti sulla sicurezza e la tranquillità delle persone!
Qual è il tuo suggerimento per ripartire col piede giusto?
Accettare che perderemo tanto rispetto a prima. Non accontentarsi, rimboccarsi le maniche. Si dovrà lavorare di più con la consapevolezza che si guadagnerà di meno. Essere coerenti. Per un lungo periodo si dovrà ritornare alla semplicità e all’essenziale.
Qual è l’augurio che fai a te stesso ed agli altri imprenditori?
In questo periodo essere un imprenditore è particolarmente stressante. Lo era già normalmente, ma ora ancor di più, con la recessione ed i rischi sanitari e penali collegati ad un eventuale contagio in azienda. L’augurio che faccio agli imprenditori è di poter continuare la loro attività senza tutto questo stress burocratico, fiscale, giuridico, penale e di poter continuare a dare lavoro alle persone.
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